lunedì 14 gennaio 2013

Vinili



Oggi ho ricevuto proprio un bel regalo direttamente da Londra: Abbey Road. [Grazie Enri, anche se non ci credevi inizialmente, sono contentissima di averlo ricevuto!]

Quando ascolto un disco per la prima volta, lo ascolto tutto, dall'inizio alla fine, finché la testina non sbanda. Questo anche perché spesso spero di trovare qualche particolarità che renda oggettivamente (prima) speciale il mio nuovo disco (che diventa "soggettivamente" speciale poi). A volte cerco la cosiddetta "Traccia Fantasma". Non so perché, ma me lo sentivo. Abbey Road aveva una traccia fantasma: "Her Majesty". Ovviamente io non lo sapevo perché spesso quando "studio" qualcosa che mi interessa, mi capita di dimenticare qualcosa nel tempo. Non ricordavo proprio di aver letto in precedenza di questa Ghost Track.
Inoltre la versione che ho io di Abbey Road è in rosso. Non so quanto possa essere speciale (per caso qualcuno di voi che mi sta leggendo saprebbe dirmelo? Gliene sarei molto grata, dato che non sono riuscita a trovare nulla di interessante nel web).
La canzone che ho inserito però non appartiene ad Abbey Road, ma alla raccolta blu. Per ora ho solo questa, e desidero tanto comprare la rossa, infatti credo che sarà il mio prossimo acquisto musicale (nel caso in cui non dovessi trovare un disco di John Coltrane). Inserisco una canzone di quella raccolta perché l'altra volta l'ho ascoltata molto più attentamente, senza distrazioni. E mi sono ricordata che ci sono dei pezzi bellissimi, che prima ascoltavo molto raramente: "Back in the U.s.s.r.", "While My Guitar Gently Weeps", "Get Back", "Don't Let Me Down", "Something". Pezzi davvero molto belli.
Stavo leggendo qualche informazione, poco fa, su wikipedia, in merito ai vinili. Ed ho letto due cose molto curiose.
- Ho avuto la conferma di essere una audiofila. Voglio citare proprio questa pagina di wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Disco_in_vinile in cui si dice "Il suono riprodotto in modo meccanico ed analogico produce una serie di imperfezioni e irregolarità (dette distorsioni) che rendono la musica più gradevole e interessante, al confronto con i sistemi digitali moderni, che sono più precisi ma ritenuti 'freddi' dagli audiofili".
- Non bisogna ascoltare troppo una traccia. Per non rovinare il disco bisognerebbe ascoltare una stessa traccia ad un intervallo di almeno 24 ore. E che dire allora? Io prendo le fissazioni su dei pezzi che ascolto ripetutamente pure più di dieci volte consecutivamente! Per quanto possano rovinarsi (parlo di dischi normali ovviamente, non quelli dei collezionisti che possono permettersi di spendere anche 10 mila euro per un disco raro, in quel caso ne avrei una cura maniacale anche io) credo che non si possa proteggere un disco non utilizzandolo. Che ce l'hai a fare se non puoi godertelo?!
Forse già l'avrò accennato qui, sul mio muro. Ma è che proprio mi piacciono i vinili. Mi piace quel loro suono "reale", sporco, che sa di usato, o meglio di vissuto ( i vinili devono essere rigorosamente usati, non nuove ristampe, secondo me). In campo musicale sento di preferire a tutto comunque i concerti (solo che un concerto dei Beatles, chi vivo e chi morto, e quant'altro, sarebbe impossibile, e se pure fosse stato possibile credo che certe Reunion dopo anni ed anni non sono la stessa cosa. E su questo comincerei e non finirei più proprio riguardo ai Beatles. La loro storia, mi fa un po' tristezza, perché siamo stati noi ad idealizzare un qualcosa che come naturale che sia, nasce e poi muore, senza possibilità di rimedio, e ci sentiamo poi obbligati da noi stessi a proiettare questo alle nostre realtà che ci fanno aprire gli occhi e forse intristire ancora di più. Ma, come non detto: chiudiamo l'argomento ora prima che sia troppo tardi, per me, non certo per voi), ma quando questi non sono possibili, non c'è niente di meglio che un ottimo vinile (anche se forse dipende dall'artista, e dal tempo storico. Certo non mi emozionerei ascoltando un vinile di Laura Pausini o Ramazzotti, tuttalpiù con una musicassetta!), perché l'effetto è totalmente diverso, qualitativamente superiore a quello di un compact-disc, quei miei tanto odiati 'ciddi'. Un vinile ti fa sentire reale, puoi sentirti "esistere" quando ne ascolti uno su un giradischi. Magari anche nel tuo tempo, epoca giusta, nel luogo che ritieni più adatto a te, una sorta di viaggio nel tempo, ma senza stupide forzature. Il danno è quando il disco finisce e ti ritrovi nuovamente catapultato nel 2013 del futuro. E ti senti di nuovo FUORI POSTO. E ti rendi conto di cosa, e soprattutto quanto, ti sia perso nella vita.

Certe volte mi rendo conto che non mi piace proprio vivere oggi. L'unica cosa mi rallegra è che mi sono salvata proprio alla fine. Essendo dell'89 posso dire almeno di essere nata ancora negli '80. Ma quanto avrei voluto essere già grande negli anni '80. La musica oggi, anche quando è buona (perché non posso dire che ci sia solo musica di merda. Purtroppo quella che fa successo è musica di merda, ed è la musica che, io stessa, ogni tanto ascolto, perché non c'è niente di male a trascorrere del tempo così) non lascia mai il segno. Questo è il problema. NON LASCIANO PIU' IL SEGNO. Eppure i Beatles ne sono un chiaro esempio. I loro testi non erano difficili, ma semplici, e "tematicamente" non erano per nulla innovativi. Ma era il loro modo di fare musica, il contesto della loro musica ad averli resi dei Miti.

Però sono anche dell'idea, che non bisogna guardarsi sempre e solo indietro, ma guardare anche avanti, e soprattutto guardarsi intorno, perché ci sono tanti cantautori italiani, ancora non del tutto esplosi, che fanno ottima musica e meravigliose poesie. Ma non cito ancora nessuno. Perché questo mio post è solo e soltanto per loro. Avanti avrò occasione per pubblicare qualcosa di questo buon paio di ragazzotti che oggi tenta di vivere con la musica.

Compratevi un bel vinile, qualunque esso sia, e buon vivo ascolto.

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