giovedì 7 aprile 2016

Aprile, Roma, Venditti. Dai, Wolf, torna a casa!





Se dovessi rinascere, probabilmente sceglierei di rinascere me, io, così come sono, a Napoli, la mia amata città; e rifarei tutto quello che ho fatto, forse anche di più, visto che in questa vita non è mai abbastanza.

Ma se dovessi rinascere, mi piacerebbe anche rinascere nel 1970, sì certo, a Napoli, ma forse anche a Roma, o Berlino, o in un qualunque centro cittadino, grande o piccolo che sia, poco importa, della Germania. E mi sarebbe piaciuto chiamarmi Sara o Cinzia, magari non Lilly, Alfredo o Piero. Avrei ugualmente frequentato il liceo classico, lo sento nel cuore; ma forse non sarei andata all'università, e se ci fossi andata avrei scelto medicina. Negli anni '80 e '90 mi sarebbe piaciuto andare ai grandi concerti negli stadi con la fascetta sulla fronte talmente stretta che non avrebbe fatto fluire il sangue al cervello; avrei cantato, urlato le canzoni, le sue canzoni e non solo, in compagnia degli amici di sempre, o insieme al mio storico e complice fidanzato, tra la pelle d'oca, e lacrime e brividi d'emozione.

Oppure mi sarebbe piaciuto chiamarmi Lena, essere sensibile e ribelle, fuggire di casa per grandi cause, vivere straordinarie avventure che oggi avrei raccontato ai miei oramai grandi figli, nati da un tormentato amore finito, ma che in realtà non finisce mai.

E niente, stamattina mi sono svegliata qualcun'altro.

06/04/2016

08:40



Roma ti da, ma si prende anche tutto. Ho sempre amato Aprile. Ad Aprile cominci a non vestirti più a strati. Cominci a desiderare di nuovo di uscire fuori, vivere le giornate, le strade, cominci a desiderare anche di più le persone. Sì, le persone. Ma soprattutto per me Aprile è la brezza che entra nella mia stanza alle sette di sera, quando ascolto la musica, una particolare musica; ed è il sole che tramonta più tardi e colora il cielo di uno straordinario arancio violaceo. Aprile è limpido. Aprile è anche il mio onomastico. Il 28. Il 28 di questo mese, negli ultimi anni, è sempre stato un giorno perfetto, più del mio compleanno, l'11 Maggio. Per questo amo Aprile. Ad aprile compravo molti dischi, gli anni passati. E' un'abitudine che per forza di cose, sto un po' perdendo. Anche se resta dentro di me. 

Ma torniamo a Roma, l'eterna che ti da, e tutto ti toglie. Non sono stata molto spesso a Roma. Una volta con la scuola, sicuramente. Ricordo di aver chiesto ad un passante, beccato per caso -o deliberatamente- giovane e carino, in via dei Fori Imperiali, di registrare con la sua voce -il suo dialetto- nel mio vecchissimo alcatel una frase in romano da poter conservare nel tempo. Poi ci sono ritornata per vedere la mostra di Frida Kahlo. Era il 15 Aprile del 2014. Sì, lo ricordo. Fu una giornata bellissima, ma che poi ho odiato. Il giorno in cui avevo scoperto di tenerci davvero al ragazzo che stavo frequentando, che telefonandomi, mentre ero a prendere un caffè alla "Casa del cinema" a villa Borghese, mi era sembrato diverso. Solo un paio di giorni dopo, capii che quel suo essere diverso non corrispondeva al mio. Io, il 15 Aprile, avevo fatto un passo avanti, lui 10 indietro. Ho odiato Roma. Da morire.

Passa un anno e mezzo e rimetto piede nella Capitale nell'Ottobre del 2015, con qualcun'altro, e lo faccio piena di paure, per colpa di quella vicenda. Io, ad oggi non ci vivrei a Roma: troppo caotica, nessun vero romano, come se non la sentissi totalmente autentica. Ma ci sarei voluta nascere ai suoi tempi d'oro. Ripenso a quei tre giorni, al quartiere monti di notte, al Colosseo, a quello che avrei potuto avere se avessi avuto vent'anni negli anni '80 in questa grande giostra. 

E amo Venditti. Le sue canzoni sono un magone alla gola ogni volta. Lui ha raccontato dei suoi amori, ma anche degli amori degli altri. Ha raccontato un spaccato che non è solo quello della grande metropoli, lui ha narrato le ordinarie eppur tanto singolari vite della periferia. Piero e Cinzia -per me- vengono da Ostia, e si sono conosciuti ancora adolescenti. L'uno il primo e forse unico amore dell'altro. Cinzia, dalla pelle leggermente scura, i lunghi capelli ricci e una gomma da masticare sempre in bocca; Piero, alto, con i capelli molto lunghi, ma che non ascoltava solo musica reggae. Piero e Cinzia trascorrevano i pomeriggi fuori casa, perché voglia di studiare non ce n'era. Lui andava a prenderla col suo motorino bianco, e la portava prima sul lungo mare, poi da lì si spostavano nelle stradine interne, sempre nella loro "zona", e si sedevano su un basso muretto bevendo una coca cola o una birra e fumando una sigaretta. Questi sono Piero e Cinzia. Solo ora mi è venuto un dubbio. Chissà se sono rimasti insieme dopo il matrimonio veloce e il figlio inaspettato. Eppure non me l'immagino insieme, e neanche con un figlio. E' che non me li immagino adulti. Forse sono cresciuti, probabilmente hanno tre figli, forse si amano ancora, o stanno insieme perché è così che funziona: "finché morte non ci separi", tutto si supera insieme. O probabilmente Cinzia ha perso il suo bambino, e nel tempo, ha smesso di amare Piero, perché era diventato insopportabile, ed ora lei è impiegata in uno studio medico, e lui lavora in un supermercato. O forse ancora, ed è quello che tendo a credere, Piero e Cinzia non sono mai diventati adulti, sono solo rimasti eternamente su quel muretto a fumarsi una sigaretta, amandosi nelle loro giornate vuote e piene. 

Io, Venditti lo odio. "Lilly", "Piero e Cinzia", appartengono all'Aprile di Frida. "Grazie Roma" è di Ottobre. "Che Tesoro che sei" è di questo Aprile. "Ci vorrebbe un amico" appartiene ad un lontanissimo capodanno dei primi anni '90, avrò avuto tre o forse quattro anni, e questa è la mazzata in fronte peggiore. Ecco perché lo odio.

Cosa c'entrano Aprile, Roma e Venditti? Me ne rendo conto solo ora. Non riesco a provare un solo ed unico coerente sentimento per Aprile, Roma, e Venditti. Io li amo, e li odio anche.



Ma in questo momento, ho un senso strano di quiete. Riesco ad ascoltare "Piero e Cinzia" senza ricordarmi troppo di quanto e come ho sofferto due anni fa. Da un lato meglio così, perché sono andata avanti, e purtroppo (o per mia fortuna) c'è molto altro, altre canzoni da esorcizzare. Dall'altro...dall'altro niente.



Dai, Wolf, torna a casa!