mercoledì 9 ottobre 2013

'La Grande Rivelazione'

Fabian Perez - Paula on Couch



Io, terzo incomodo, eppure paradossalmente protagonista; marginale, eppure piena d’attenzione. 
Io, pericolosa, ma mai temuta; tanto nemica, eppure considerata -sopravvalutata, sottovalutata- amica.

Lui, per la prima volta colpevole. Colpevole non per colpa mia. Colpevole con me. Bugiardo con me, questa volta; bugiardo per non ferirmi.
E invece no. 

Devi amarla. Devi amarla molto. Non ti sei mai preoccupato di quello che pensasse la gente, di quello che avrebbero potuto dire in famiglia. Per sposarla, nonostante tutte le tue promesse, a quanto pare bugie, devi amarla veramente molto; più di quanto tu creda, o almeno più di quanto tu possa aver mai amato me.

La stanza è scura, scarsamente illuminata, di un giallo fioco, da una piccola lampada recentemente acquistata.
Io non so nulla, non capisco nulla. Poi, di colpo, non so come, intuisco tutto. Di più: ora lo so per certo. In imbarazzo mi siedo accanto a lei, ma mi lascia passare, non so ancora per quale assurdo, insensato e, quanto più, folle motivo. Io tra di voi. Tu che, come se nulla fosse accaduto, o meglio, facendo finta di niente, ti avvicini al mio volto; sì, così, colpevole. 
E lei già non esiste più. 

Mi parli. Non capisco. Mi avvicino io di più. Ed ancora un po’ tu. Ho difficoltà a comprendere. Forse perché questa situazione è così paradossale che mi sembra di stare in una diversa dimensione, una dimensione onirica in cui, tu parli, ed io ripeto quelle tue stupide parole, in quella tua stupida lingua, affinché possa ricordarmele il mattino seguente appena sveglia per tradurle, scomporle, anagrammarle, ricomporle, masticarle, sputarle, per trovarne il senso, come se quelle parole fossero il verbo della grande rivelazione. Percepisco il calore del tuo respiro, avverto l'intensità del tuo sussurro, sul mio viso; la pesantezza e la tangibilità del tuo volto, reale. 
Ho sposato lei, ma amo te. Ecco la grande rivelazione. Ho aspettato tanto per capirlo. E questo, secondo te, dovrebbe essermi di conforto?
In torto, mi offri delle caramelle. Tu, qualche tempo fa, spavaldo, potente, grande e grosso; ora, in difetto, in errore, piccolo piccolo, mi offri delle stupide caramelle. Come se questo potesse cambiare le tue brutali bugie. Ho sposato lei, ma amo te. 'La grande rivelazione'.