lunedì 4 novembre 2013

E' che mi dà calore quando tutto intorno è freddo.

Victor Nizovtsev - Parco a Saint Petersburg

E' che mi dà calore quando tutto intorno è freddo.

Per molti Amedeo Minghi è l'ultimo dei cantautori, perché scrive canzoni dalle rime facili, banali forse. Ma cosa ben peggiore: non piace perché considerato triste, o da vecchi.
In passato mi hanno fatto vergognare di questa cosa, ma io lo ascolto, e non me ne vergogno più: sarà una passione materna tramandatami da piccola, quando già mi emozionavo con Decenni, forse ero una malinconica conservatrice già allora.
Per me è un poeta d'amore. Riesce a trasmettermi l'amore che lui ha provato, e se non l'ha provato realmente, si è immedesimato benissimo nella parte. E', secondo me, un uomo pieno d'amore.
E poi volente o nolente, le sue canzoni hanno fatto parte di alcuni avvenimenti molto importanti della mia vita. 
1950, l'ascoltai in estate, prima, quando desideravo la mia università; e il primo giorno di corsi (ricordo ancora: Lunedì 12 Ottobre 2009, dalle 10:30 alle 12:30, Cioffi, educazione per i beni culturali, aula D2), poi, quasi fosse un rito: l'ho ascoltata in funicolare, e come una stupida mi emozionai davanti a tutti. Mi avranno preso per una poveraccia triste; ma in realtà ero felicissima, impaurita, ma molto felice.

Dal conservatorio all'università

E poi: Le Verdi Cattedrali della Memoria. Soprattutto quelle mi danno il calore nei periodi freddi. Le sue canzoni le ascolto spesso tra Novembre e Dicembre proprio perché mi immagino a camminare da sola nella città che amo, fermandomi davanti la chiesa di Santa Chiara, bella, misteriosa, tenebrosa, e rilucente come una Notre Dame napoletana. Mi immagino lì, verso il 20 dicembre, ferma, a guardare quella meraviglia notturna. E poi c'è qualcuno, un perfetto estraneo, che senza dire neanche una parola, decide di condividere con me quella gioia.

Louis Jacques Mandé Daguerre - The Ruins of Holyrood Chapel 

E poi volò una stella, e noi ci innamorammo ormai scoperti al cielo.
Fu una cattedrale, sai?
E furono mattoni, memoria dell'amore.
Alzammo cattedrali noi.

E ancora: Due passi.


Leonid Afremov

Facciamo vuoi? Due passi ancora tra noi.
Ora mi mancherai, spero così avverrà, se non posso più averti qui.
...Mio breve passo da qua fin là...
Ora almeno mi mancherai, spero così di te, spero mi mancherai, come io ti mancherò.

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